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opera

Arazzo La battaglia di Ponte Milvio

autore/provenienza

Geraert van der Strecken (Bruxelles, c. 1615-1677) e Willem van Leefdael (Bruxelles 1632-1688) da cartoni di Abraham van Diepenbeeck (s’Hertogenbosch, 1596 – Anversa,1675)

epoca

1656-1677

descriozione tecnica

trama: lana n.13 passate/cm, seta n.15 passate/cm

ordito: lana N. 8/cm

Dimensioni: 319 x 335 cm

proprietà

Fondazione Sant'Ambrogio. Museo Diocesano, Milano

data e durata intervento

Aprile-Ottobre 2012

Titolo

Il laboratorio di conservazione e restauro arazzi e tessuti ha realizzato il restauro conservativo dell’arazzo La battaglia di Ponte Milvio del Museo Diocesano di Milano in vista della mostra Costantino 313 d.C., a cura di Paolo Biscottini e Gemma Sena Chiesa tenutasi al Palazzo Reale di Milano (25 ottobre 2012 al 17 marzo 2013), su iniziativa del Museo Diocesano di Milano per celebrare l’anniversario dell’emanazione dell’Editto di Costantino.

La battaglia di Ponte Milvio(della dimensione di 330 x 318 cm) celebra la vittoria di Costantino a Saxa Rubra, alle porte di Roma, il 28 ottobre 312. Come ricorda la didascalia tessuta sull’arazzo, la leggenda vuole che, in seguito ad una visione avuta il giorno precedente la battaglia, Costantino avesse ottenuto la vittoria anche grazie all’aver adottato la croce come insegna del suo esercito. La scena raffigura una fase dell’aspra battaglia: Costantino è in sella a un cavallo impennato, con la spada nella mano destra; davanti a lui un soldato disarciona un cavaliere mentre il cavallo torce il collo e scalcia con le zampe posteriori; in primo piano un soldato inginocchiato pugnala alla gola un nemico.

Lo stato di conservazione prima del restauro era molto compromesso: un esteso e generalizzato effetto goffrage, un rilevante deposito di polvere su tutta la superficie, gli stacchi della tessitura e i precedenti interventi (come quello, ad esempio, del 1927 di cui si è trovata la firma riportata su un foglio di carta cucito nella fodera) ne impedivano quasi totalmente la leggibilità. Erano presenti, inoltre, numerose ed estese lacune che interessavano sia le parti con la trama in seta che quelle con la trama in lana.

L’intervento di Open Care, in accordo con la Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici è stato di natura conservativa, ma ha previsto anche la reintegrazione di porzioni di figure per facilitare la comprensione del soggetto. Dopo l' accurato lavaggio, il restauro ha comportato un consolidamento a cucito di tutte le parti degradate su supporti in lino applicati sul retro, l’inserimento degli orditi dove completamente mancanti, l’integrazione della trama in lana in corrispondenza delle figure della scena centrale e della trama in seta nelle estese lacune del cielo, la ritessitura della cimosa superiore, il consolidamento delle laterali e della inferiore e infine l’applicazione del sistema di sospensione e della foderatura posteriore con tessuto di lino applicato a cucito.

L'arazzo é stato quindi arrotolato su apposito tubo, accuratamente imballato e trasportato dal dipartimento di logistica per l'arte di Open Care ed allestito in mostra e, una volta conclusasi, l’opera è stata nuovamente esposta con gli altri tre arazzi della serie di Costantino nelle sale del Museo Diocesano dove oggi é visibile al pubblico.

In occasione della mostra é stato anche realizzato un video documentario sull'arazzo, la sua storia e l'intervento di conservazione al CTU (Centro Televisivo Universitario - una produzione sintesivisiva narrativa crossmediale).