iniziative
Portfolio

opera

Untitled n° 9

autore

Salvatore Scarpitta

New York, 1919 - 2007

epoca

1958

descrizione tecnica

tecnica mista su bende e tele,

cm 65,8 x 100,5 x 4

proprietà

Collezione privata, Milano

Untitled n° 9 è stato realizzato tensionando su un telaio ligneo con una serie di strisce di tela di spessore, titolo, raffinatezza del tutto eterogenee, incluse bende elastiche. La  passione  giovanile  dell’artista  per il  mondo  delle  corse  automobilistiche e  per  la  velocità  gli  aveva  suggerito  di incastrare nel telaio una raggiera metallica  ricavata  da  una  ruota  di  bicicletta – ben visibile sul retro dell’opera. Scarpitta aveva usato alcuni raggi e i fili dei freni  per tendere, incrociare, attorcigliare le fasce di tela, rattoppandole grossolanamente  quando  si  bucavano durante l’operazione.

I  tessuti  utilizzati  erano  di tipi diversi: le tele con titolo maggiore presentavano bordi più sfibrati. Alcune pezze,  dai  bordi  sfilacciati,  erano  materiale  di  recupero  proveniente  da  tele dipinte dall’artista in un periodo immediatamente  precedente,  caratterizzato da  composizioni  policrome.

Moltissime informazioni relative alle tecniche di esecuzione dell'opera, preziosissime per l'intervento di conservazione sono state reperite grazie alla collaborazione ed al generoso contributo di Luigi Sansone, curatore dell'Archivio Scarpitta: l’artista aveva preparato le tele di recupero colorate e le bende più sottili con una  spessa  base  chiara,  di  probabile natura gessosa, successivamente velata con  stesure  diverse.  Aveva  tamponato il  retro  dell’opera  con  un’unica  pezza inchiodata – ormai molto sporca – sulla cui superficie si leggevano chiaramente le forme delle varie parti metalliche utilizzate, inclusi i raggi di bicicletta.

Il fronte dell’opera era completamente ricoperto da uno spesso strato di particellato  atmosferico  pulverulento che contribuiva a ingrigire notevolmente  la  composizione,  accumulato  maggiormente negli interstizi, nelle pieghe del tessile e nei cretti più allargati.

Il  problema  maggiore  era  costituito  da una fittissima rete di cretti mobili dovuti  a  una  conservazione  prolungata in ambiente umido e alla tecnica di montaggio delle fasce, sottoposte a tensione eterogenea. Le diverse tipologie di tessili erano interessate da un fenomeno di crettature con diffusione, dimensione  e  andamento  differenti  per  ciascun supporto utilizzato. Sulle bende di esiguo spessore a trama fitta si trovava un cretto con reticolo sottile e fessurazioni strette; sul tessuto grezzo, probabilmente di iuta, vi era una crettatura con andamento orizzontale e fessurazione allargata. Alcuni sollevamenti delle isole di colore si erano già tradotti in distacchi.

In  assoluto  accordo  con  la  proprietà e con Luigi Sansone, si é deciso di procedere a un consolidamento della materia realizzato con microiniezioni di resina di sintesi – attivata con un termocauterio  –  evitando  di  stuccare  le  lacune e i cretti maggiormente allargati.

Esclusivamente la lacuna più estesa, che lasciava a vista una stesura nera, è stata ritoccata con matite e gessetti colorati, con un’operazione del tutto reversibile. Il medesimo approccio è stato utilizzato nel  riempimento  dei  cretti  più  larghi, realizzato pressando al loro interno pigmenti in polvere allo scopo di ridonare continuità alla superficie. La  detersione  della  superficie  ha  rappresentato  l’operazione  più  delicata: seguendo  gli  ultimi  studi  scientifici  si è scelto di non utilizzare né solventi né metodologie  acquose  su  una  materia così  recente  –  che,  inoltre,  avrebbero rimosso  la  patina  di  finitura  applicata dall’artista.

L’operazione è stata quindi condotta a secco: sono stati rimossi i depositi con microaspiratori chirurgici a potenza variabile, con l’ausilio di un pennellino non troppo morbido. Successivamente la superficie è stata pulita con gomme specifiche a pH neutro, che tramite un’azione di roll-up legano a sé le  particelle  di  sporco  asportandole  ed evitando in tal modo che finiscano nelle crettature.